PERCHÈ questo sito


an image Femministe per sempre.

Questo sito è costituito dal Fondo Sorelle Busatta formato da documenti, manifesti, fotografie, archiviati allora e custoditi gelosamente per anni. Questo ovviamente porta con sé il fatto che il sito è al momento incentrato sul Femminismo a Padova e in particolare sul percorso di Lotta Femminista e del Centro Femminista.

È desiderio delle curatrici che questo sito si ampli con altri documenti conservati dalle donne che allora vissero gli Anni Ruggenti del Femminismo, perciò tutte coloro che volessero contribuire ad ampliare e conservare la memoria storica, sono invitate a partecipare a questa avventura.

È stata sempre ferma volontà delle detentrici dell'archivio rendere questo materiale, conservato con amore, accessibile a tutte e tutti gratuitamente. Oggi la tecnologia informatica e Internet permettono di farlo per un pubblico molto più vasto di quanto i sogni più sfrenati di allora avrebbero mai fatto sperare e di quanto il mero deposito del materiale originale presso una pubblica istituzione potesse permettere.

L'unica cosa che chiediamo è che chi dovesse utilizzare il materiale, citi la fonte.


L'occasione che ha dato origine a questo sito è stata la ricerca di foto per allestire una mostra sul Movimento delle Donne negli Anni Ruggenti del Femminismo, gli anni 1970, quarant'anni dopo il 1968.

Poi non è stato per nostalgia di tempi ormai abbastanza lontani e della giovinezza che ad essi si accompagnava.

È stato, inizialmente, il ricordo delle sere, delle ore, degli incontri passati a cercare di mettere a fuoco il disagio vissuto per l'abisso tra il modello che ti volevano imporre e quello che tu percepivi come possibile e vero per te, l'insofferenza per le regole cui una donna doveva sottostare, la ricerca della tua verità, il ricordo della solidarietà e dei legami che tra alcune si erano creati, il sorriso per i contrasti di allora...

Il ricordo della passione, della concentrazione che trasparivano dagli occhi, dalla posizione dei corpi di donne che si muovevano negli spazi angusti delle varie sedi (un semi-interrato, un garage, una soffitta...) o negli spazi dilatati delle piazze e delle vie padovane, nelle sale dei convegni regionali o nazionali, il ricordo dei discorsi che continuavano poi nelle case, mentre si faceva la spesa o si ciclostilava insieme, in ogni occasione e raccoglievano le osservazioni, le riflessioni, i desideri anche di chi aveva più difficoltà a parlare in riunione...

Il ricordo di pensieri e parole che hanno cambiato la tua vita e la vita di molte e molti dopo quello.

Poi, una volta aperti i faldoni, ripresi in mano volantini, bozze di documenti per la discussione e documenti finiti e distribuiti, lettere di contributo di chi non poteva essere presente - fogli ingialliti, piegati, sgualciti - la forza di quei pensieri si è dispiegata ed è stato chiaro che non poteva, non doveva essere rinchiusa di nuovo in uno scatolone. Anzi, il progetto doveva diventare più ampio, doveva consentire di raccogliere altro pensiero da altri fogli gialli e fragili, di renderlo dono per altre, per altri perché ancora vitale.

Perché era evidente che quelle erano parole porose e che, per questa loro porosità, potevano consentire il movimento di uscita di quel pensiero collettivo e di entrata di uno nuovo - che diverse condizioni economiche, storiche, politiche avevano nel frattempo prodotto - nell'elaborazione delle donne in un processo di rinnovamento che potesse ri-definire parole di verità, quelle in grado di tenere uniti il corpo e la vita, quelle capaci di trovare i modi per entrare in un rapporto circolare con la vita nella sua quotidianità, quelle che creano ponti: tra i nostri vissuti di un tempo e nel tempo, tra i vissuti nostri e quelli di altre e di altri. Sono ponti, questi, che ci permettono di stare dentro a quello che è avvenuto e di attraversare vecchi e nuovi territori per andare ancora più avanti in un movimento continuo e, appunto, vitale.

Così è iniziato un lavoro lungo quasi due anni: informatizzare salvando gli originali e trascrivendoli in modo che il testo diventasse ancora più vivo, ricco di opportunità di rimaneggiamento in una prospettiva combinatoria che ne dimostrasse lo spessore storico e rivelasse l'attualità di molte sue parti.

Poi il lavoro di oggi: cercare altre donne, altri archivi, altri tesori da aggiungere a questo. Poi ancora la speranza che altre donne, altre persone più libere di quello che erano un tempo, possano riprendere e rilanciare il desiderio di rendere questa nostra vita e questo nostro mondo migliori.

Ringraziamo per il loro contributo alle trascrizioni Luisa Pescara e Miris Pampagnin e per aver fornito parte del materiale Mariarosa Dalla Costa, Manuela Carlon, Loredana Zanovello, Mariapia Turri.


Note di metodo

Il materiale organizzato nel sito www.femminismo-ruggente.it è tutto quanto era custodito nell'archivio Busatta a cui sono stati aggiunti, in corso d'opera e nel tempo di diffusione del sito, altri documenti che sono stati donati da donne che avevano conservato fotografie, volantini, opuscoli degli anni Settanta o tesi di laurea di giovani donne hanno voluto contribuire a creare ponti con il presente.

Non sono stati adottati criteri di selezione del materiale perché l'obiettivo non era formulare giudizi su questa o quella linea, su questa o quella pratica.

Si è scelto di non favorire un filone di pensiero e pratiche femministe rispetto ad altre (nemmeno quelle del Centro Femminista a cui appartenevamo dopo la scissione di Lotta Femminista padovana), ma di restituire, nella sua articolazione variegata di percorsi ed esperienze, la ricchezza del femminismo di quegli anni - in particolare nell'area padovana perché principalmente in essa quei materiali erano stati prodotti - salvando il dialogo, a volte acceso e aspro e a volte collaborativo, esistente tra i vari gruppi femministi in quel territorio.

Si è scelto anche di non fare operazioni a posteriori che rileggessero alla luce dei successivi sviluppi i percorsi di allora, lasciando, quindi, a chi utilizzerà il materiale una prospettiva libera di individuare, capire, valorizzare i semi che erano stati gettati a quel tempo.

Abbiamo tenuto conto delle nostre passioni di allora, sapendo quanto questo sostrato avrebbe potuto influenzare la lettura del passato e delle convinzioni che si sono formate in noi dentro un percorso di maturazione delle esperienze teoriche e pratiche, oltre che di incontri con nuovi filoni del femminismo, cercando di evitare, alla luce di tutto questo, forme di manipolazione nella costruzione del sito che avrebbero potuto interferire con la forma di archivio che abbiamo inteso dare al materiale.

Riconosciamo, inoltre, che ogni gruppo femminista ha dato contributi teorici e pratici importanti e fondamentali per lo sviluppo del femminismo nel suo complesso e che l'operazione di avocare a un gruppo in particolare i meriti di un processo complesso e articolato come è il femminismo, è profondamente antifemminista.

Questo rendere nella sua ampiezza, complessità, contraddizione l'esperienza di quegli anni ci è sembrata una pratica femminista da conservare perché la ricchezza e la capacità rivoluzionaria del femminismo nel tempo sta proprio in questo suo pullulare di idee, visioni, azioni che consentono di imparare a vedere aspetti che non erano stati contemplati e che lo sguardo femminista nel suo dispiegarsi collettivo sa individuare e porre all'attenzione di tutte e tutti.

Evitare di creare (ancora) muri tra di noi, allargare i confini dell'orizzonte femminista, riconoscere la pluralità dei percorsi è stata, è ancora, una necessità. È una necessità intendere il femminismo come un percorso, un processo in continua evoluzione e trasformazione e ascoltare tutte le voci che costruiscono una denuncia a tutto tondo del sistema patriarcale maturata da diversi punti di vista. È una necessità riflettere sulle dinamiche che hanno costruito il sapere delle donne nei vari tempi e poter avere materiali che consentano di capire meglio le donne in quanto soggetti politici che hanno concorso a costruirli.

Il femminismo è un pensiero plurale, è un metodo di lettura e relazione con il mondo che si àncora e si incarna nelle situazioni concrete.

Il femminismo degli anni Settanta ha rivendicato, per la prima volta dopo un secolo, la possibilità di una analisi teorica e di una linea strategica che coinvolgessero tutti i soggetti sfruttati basandosi sulla realtà del primo soggetto sfruttato da cui tutti gli altri sfruttamenti hanno preso esempio e su cui si sono fondati: le donne.

La grande differenza tra il femminismo degli anni Settanta e le sezioni femminili di allora e, dispiace dirlo, anche parte dei movimenti neofemministi di oggi, è stata che i gruppi femministi degli anni Settanta - e Lotta femminista in particolare - avevano elaborato un'analisi politica articolata e radicale, che non era gregaria delle analisi dei partiti tradizionali maschili e patriarcali (ma anche delle formazioni dell'allora cosiddetta sinistra extraparlamentare) su personale, politico, capitale, finanza, pace, guerra, geopolitica, ecc., ma che era autonoma, egemone e complessiva: partiva dallo sfruttamento della donna in quanto riproduttrice di Forza Lavoro e, muovendosi da questa realtà, ha saputo costruire l'analisi, la strategia e tutta la rete di azioni tattiche e di alleanze opportune o necessarie.

Minacciato nel suo nucleo fondante da questa visione strategica femminista egemone, la risposta del patriarcato, anche se lenta, è arrivata violentissima sul piano simbolico e su quello politico attraverso anche l'imposizione dell'abolizione linguistica e sociale della differenza sessuale (su cui si basa lo sfruttamento e l'oppressione della donna) "cancellando" - linguisticamente e ideologicamente, ma non nel concreto e nel reale - dal panorama politico lo sfruttamento della donna come riproduttrice di forza lavoro per relegarla a "pezzo di macchinario da riproduzione" la cui proprietà è in mano ad altri: l'attuale orientamento di forte controllo sul corpo delle donne da parte dello Stato, della Religione e del Tecno-capitalismo delle piattaforme e delle tecnologie riproduttive, con il loro peso sul corpo e il ruolo delle donne, ognuno a suo modo ma in sinergia tra loro, ne sono quotidianamente la prova.

Nel nostro essere femministe per sempre, abbiamo lavorato a questo sito - costruito in questo modo - ed è il nostro contributo attuale al divenire di un cambiamento radicale e profondo della realtà.

Flavia Busatta, Sandra Busatta, Carla Manfrin


Un abbraccio

La Redazione